I COLORI DELLA BUGIA

Siamo a Milano, in pieno centro, le scene si svolgono in un B&b, stelle medie, due stanze, ma tanta disponibilità da parte dell'unico impiegato, orientale, che si occupa dell'accoglienza, delle colazioni e del riordino delle stanze. Gli ospiti sono obbligati a condividere lo spazio comune per mangiare o semplicemente come passaggio per uscire. Qui due famiglie poco definite, almeno per il momento, si incontrano, precisamente una donna e un uomo, e tra chiacchiere e conoscenza si instaura curiosità e sinergia. La compagnia è piacevole e la bugia pronta, nessuno può sapere nulla dell'altro, ognuno può raccontare quello che vuole. Ma si sa le bugie hanno veramente le leve molto corte. Qui iniziano i primi intrighi e stratagemmi per mantenere le bugie credibili e vere. Si può mentire in diverso modo, cambiando il colore della bugia. Le bianche sono chiamate dal protagonista bugie a fin di bene che non procurano dolore, forse è meglio una brutta verità che una bella bugia bianca, poi ci sono le verdi, le viola, le gialle... le nere. Lo sviluppo porterà i vacanzieri a riconoscere un ipotetico interesse reciproco, ma le loro storie, le loro esperienze li porteranno a valutare, scegliere e discernere che spesso la via della menzogna, anche se inizialmente piacevole e stimolante da percorrere, risulta, sempre, più travagliata e ostica, a differenza della via sincera e spontanea, per raggiungere l'obiettivo. L'obiettivo di Esistere, Vivere, Essere, Essere Vivi ed Esseri Veri.